giovedì 22 ottobre 2015

La quarta dimensione

La quarta dimensione. Il dominio del tempo.
Che cosa curiosa tornare nella città natale con alcuni sacchi di questo prezioso elemento sulle spalle.
Mi muovo secondo l'ispirazione per casa e per le vie note e non, come un cane in libera uscita, fiutando, osservando, ascoltando, attento a possibili tracce emozionali, vecchie fotografie, ricordi, piccole bombe pronte ad esplodere.

Alcuni giorni fa sono stato al dipartimento di elettronica e informatica. Ho passeggiato lungo i corridoi, sbirciato in aula studio, mi sono fermato qualche minuto in un aula vuota.
Ho ritrovato i vetri sporchi, i muri spogli, l'odore del gesso misto a sudore, il contatto delle mani con i banchi di legno sempre più segnati, la lunga lavagna nera. Nel silenzio l'aria era ancora carica della vecchia tensione, dell'ansia che si aggrappa allo stomaco. Era tutto lì, incollato alle pareti come un antico incantesimo maligno.
Non sono scappato via. I fantasmi non hanno potere su di me, se non sono io a darglielo.

Ho fatto anche il giro dei parchi. Quanto mi mancava immergermi in questo mare di verde! E il vento fresco che dipinge dei colori dell'autunno le foglie degli alberi. I parchi mi raccontano di storie più serene, mi ci sento a casa, anche se non riconosco i volti delle persone intorno a me. Ci sono molte coppie con bambini, segno concreto che la vita è inarrestabile, nonostante l'inquinamento e la corruzione.
Sono andato a caccia di un parco dove sono stato una volta sola, ma abbastanza per fare l'esperienza di un bacio speciale, perché è stato il primo di una lunga serie. Ma, forse, era un parco di cartapesta, perché non l'ho trovato. Forse è stato inghiottito, o si è trasformato, durante l'evoluzione della città. O forse si è perso in un sogno, chissà.
Il profumo dei gelsi, nemmeno quello mi ricordavo.
Mi ricordo invece di lunghe serate estive in Prato, dolci e amare, al rumore dei bonghi. Immutata è la magia remota della Specola, silenzioso guardiano di Altri Tempi.
Assaggio goloso con i piedi nudi il tepore di questi giorni di sole, finché ce n'è.
M'incanto a guardare le foglie ingiallite correre per strada.